Perché a Piombino NO e nel Savonese Sì? IL RIGASSIFICATORE

di Angelica Lubrano

Circa un mese fa si diffondono voci di un altro grattacapo in arrivo.

La “gggente” ha subito negli ultimi anni dure prove e sofferenze: pandemie, impazzimenti climatici e, per non farci mancare niente, ora anche il coinvolgimento in una guerra combattuta per procura contro la Russia dall’Ucraina per conto degli USA e della Nato.

I segni di questa sofferenza si percepiscono nell’aria, negli eccessi registrati: femminicidi, stupri, morti sul lavoro e follie nel tempo libero…

Personalmente, anch’io mostro segni di stanchezza con la quale trascino le giornate nel tentativo di sopravvivere al calore tropicale dei giorni scorsi e poi bruscamente interrotto con un’escursione termica del tutto inedita per queste latitudini: dai 38 gradi gravati da un’umidità foriera di uragani, ai 17° della notte passata…

Insieme alla nuvolaglia plumbea, addensata in cielo, una saetta, questa invece a ciel sereno:

Vado Ligure probabile sede del rigassificatore necessario per trattare il gas liquefatto in arrivo, in alternativa al gas russo, sotto sanzioni per l’aggressione all’Ucraina.

Un nuovo capitolo di sofferenza, un altro modo per ricordarci che anche noi siamo in guerra, per le sanzioni, non solo per l’invio di armi.

Avevo già parlato del problema del gas in un numero di CiEsseMagazine in tempi non sospetti. Ve ne riporto alcuni stralci, ricordandovi che l’articolo venne pubblicato il 1° febbraio 2022, ben prima dello scoppio della guerra in Ucraina: 

​“La tensione creata dai carri armati russi ammassati ai confini dell’Ucraina potrebbe coinvolgere tutti i Paesi della NATO contro la Russia, quest’ultima determinata a impedire l’ingresso nel Patto Atlantico di Kiev, antica terra dell’Impero zarista e poi sovietico, giustificando il proprio intervento a difesa dell’elemento russofono, vittima di attentati e di emarginazione sociale e civile: secondo come si evolve, potrebbe far precipitare drammaticamente lo scenario internazionale a due passi dall’uscio di casa nostra.

​Il gasdotto definito nel progetto Nord Stream 2 che collega la Russia con la Germania “viola la politica comune dell’UE in materia di sicurezza energetica”, questa la risoluzione dell’Europarlamento. 

            Biden, secondo il Financial Times, tenta di aumentare le forniture di gas naturale liquefatto (Lng) all’Europa, per compensare il potenziale pericolo della chiusura dei rubinetti russi. 

Ma, in concreto, questa rappresenta una vera soluzione? 

L’Lng costa molto di più e in Italia e in tutta Europa scarseggiano i rigassificatori necessari ad assorbire l’eventuale aumento delle consegne.

Tutto questo con tanti saluti al problema dei cambiamenti climatici che COP26 intendeva risolvere con la transizione ecologica…” (da CiEsse Magazine – 01-02.22)

Tornando ai nostri giorni il rigassificatore installato ora a Piombino da luglio immette nella rete nazionale solo il 6,5% del gas che importavamo dalla Russia, ma crea disagi fra i residenti esi decide di spostarlo per le locali manifestazioni di protesta. 

A questo punto, del tutto ignara di elementi conoscitivi approfonditi sull’argomento, il 20 luglio come si evidenzia nell’immagine ritagliata da FB, mi chiedo: 

Le risposte tutte interessanti dei miei amici sollevano varie questioni tra cui quelle del governo mirate a favorire, quanto meno a non inimicarsi gli amministratori locali, loro amici di partito.

Alcuni più critici mi sollevano accuse di nimby, non nel mio giardino. 

“Bisognerebbe capire se se ne potrebbe fare a meno e non dire: da me no da voi si, e parlare di eventuali alternative immediate.”

Non sono mancate accuse agli amministratori regionali e anche locali di privilegiare interessi economici di pochi su quelli ambientali di tutti. 

Piano piano arrivano molte informazioni utili. Per esempio Alessandro dice che: Al largo di Livorno vi è un altro rigassificatore posto a 22 km dalla costa; perché a Vado sono previsti solamente 4 km? C’è chi sostiene che: In tutto il mondo l’area di esclusione è 30 km per incidenti pregressi. Ora porre un vincolo di 5 km dalla costa è un suicidio…

Il territorio di Vado Ligure ha subito dall’inizio della prima rivoluzione industriale nell’Ottocento fino alla discussa chiusura della Tirreno Power, servitù e sfregi ambientali che si stanno curando lentamente e con grande dispendio di energie e di denaro.

Arriva intanto notizia che un fulmine, durante l’ultimo ciclone ha colpito un impianto di rigassificazione sito in provincia di La Spezia. “Fiamme dal rigassificatore di Panigaglia: fulmine incendia gas di scarico dopo guasto alla rete elettrica. IVG.it”

Ritrovo un articolo di un commentatore del tutto attendibile: COSA DICEVA PIERO ANGELA SUI RIGASSIFICATORI:

“Una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l’acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell’aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l’aria. Una miscela fra il 5% e il 15% di metano con l’aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in “piccole dosi”, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco di 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile’ – e aggiungeva Piero Angela – Quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario “energetico” possibile. Cioè l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche”.

Finalmente qualcuno ricorda che lo specchio di mare interessato fa parte del Santuario dei Cetacei e quest’estate molti sono stati gli avvistamenti di cetacei e di delfini proprio nelle zone interessate e intorno alla bellissima isola di Bergeggi…

Delfini e capodogli nel Mar Ligure, nuovi avvistamenti anche nel Savonese

C’è chi denuncia che: “A monte della decisione di Toti e della Meloni vi sia l’accettazione di un ricatto, quello (ndr ) di fare l’esecutore della scelta di energia fossile imposto dalla Nato e dalla EU (attraverso le sanzioni alla Russia che si ripercuotono solo sulle nazioni EU.”

E aggiunge che: “Mi pare con grave deficit di argomenti la posizione di chi sostiene l’opera essere strategica e quindi necessaria. Contesto questa visione miope, che in pratica accetta il concetto di emergenza in cui da decenni ci fanno vivere per giustificare continuamente di NON modificare nulla del piano energetico nazionale (vedi PNIEC). 

Se tutta l’opposizione serve solo a far mettere il rigassificatore un po’ più in là o per avere più compensazioni mi pare da Tafazzi.

È chiaro che ogni costo aggiuntivo ce lo troveremo rigirato nelle future bollette pesanti alla voce 

“oneri di commercializzazione e trasporto” e non sarà la vittoria di nessuno. La sicurezza delle persone e delle attività turistiche sono importanti, e non vanno barattate con un’ulteriore concentrazione di potere energetico in mano a Grandi Imprese finanziarie che per vent’anni succhieranno sangue e faranno crollare l’economia territoriale.

Per concludere, siccome adesso il rigassificatore è a Piombino, se non ci sono rischi di nessun tipo per le persone o per l’ambiente che senso ha allungare il viaggio di trasporto fino al mar Ligure con aggravio di costi anche per riorganizzare le strutture ricettive, senza parlare delle trasferte del personale impiegato e già addestrato?

NOTA BENE Se invece Piombino chiede il trasferimento per alti rischi dimostrabili, allora ha assolutamente ragione: aiutiamo Piombino e cerchiamo altre fonti, visto che il gas, anche se un po’ meglio del carbone, è pur sempre una fonte fossile che emette CO2, con buona pace delle transizioni ecologiche “salmodiate in ogni messa”.

In chiusura aggiungo solo alcune considerazioni del tutto personali: ogni fatto, ogni evento, ogni scelta rivela sempre una connessione molto ampia e, a volte, inusitata. Fattori complessi e, apparentemente lontani gli uni dagli altri: cosa c’entra il rigassificatore con la guerra in Ucraina? Con la transizione ecologica? Con gli equilibri precari che reggono il governo attuale e, verosimilmente, ormai tutti i governi? Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? 

E molto altro ancora. 

Bisogna attrezzarci per uno sguardo lungo e alto, animati dal desiderio del BENE COMUNE.

Isola di Bergeggi e Torre del Mare-acrilici su tela di Angelica Lubrano

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